sabato 29 giugno 2013

Moringa Oleifera on Dr. Oz

MORINGA LA CURA DE FIDEL CASTRO

MORINGA OLEIFERA SU DISCOVERY CHANNEL


MORINGA OLEIFERA SU DISCOVERY CHANNEL

Moringa oleifera è chiamato l'Albero Miracolo in Himalaya, grazie alle sue qualità nutrizionali. Moringa è conosciuto come rafano albero, Bacchetta albero, Behen, Ben Nut Tree, Benzolive, chiarificatore Albero, indiano Rafano, Kelor Albero, Malunggay, Marango, Mlonge, Moringa, Moringa oleifera, Moringa pterygosperma, Mulangay, Murungakai, Nebeday, Sahjna, Saijan , Saijhan, Sajna, Shagara al Rauwaq, Shigru. Questi sono tutti nomi per Moringa, mostrando Moringa è molto diffusa, e può crescere in modo sostenibile in molte aree del mondo.

MORINGA OLEIFERA - WIKIPEDIA

Moringa oleifera

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Come leggere il tassobox
Moringa oleifera
Oleifera Antanimieva.jpg
Arbusto di Moringa oleifera
Madagascar
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
OrdineCapparales
FamigliaMoringaceae
GenereMoringa
SpecieM. oleifera
Classificazione APG
OrdineBrassicales
FamigliaMoringaceae
Nomenclatura binomiale
Moringa oleifera
Lam.1785
Sinonimi
Moringa pterygosperma
Moringa aptera
La Moringa oleifera Lam.1785 è una pianta appartenente alla famiglia Moringaceae, diffusa in buona parte della fascia tropicale ed equatoriale del pianeta.

Indice

  [nascondi

Descrizione [modifica]

Moringa oleifera raggiunge da 4 a 7 m di altezza, ma con suolo profondo e fertile supera anche i 10 m; ha tronco eretto o ramificato dalla base, molle ed a consistenza spugnosa, il legno è debole, i rami sottili ed intrecciati sono penduli.
Le foglie sono pluricomposte (ogni foglia è composta da alcune fogliole), ogni fogliola è imparipennata con foglioline ovali opposte e da una fogliolina terminale, le foglie sono alquanto robuste verde chiaro al dorso, verde glauco (pallido) al verso.
Le radici hanno un forte odore e sapore di ravanello, da cui deriva il nome di “horseradish tree” cioè l'albero del ravanello.
fiori sono piccoli ma numerosi di colore bianco crema, sono ottimi produttori di nettare per le api, sono di discreto valore decorativo. In ambiente tropicale la pianta può fiorire due o tre volte all'anno.
frutti sono grandi baccelli a sezione triangolare, affusolati ed appuntiti (30-45 cm di lunghezza) verdi e morbidi se immaturi; a maturità assumono una colorazione ocra e poi marrone ed una consistenza legnosa.
semi bruni contenuti sembrano fagioli, ma sono tondeggianti e sono dotati di una membrana cartacea, sono da 16 a 22 per baccello, mentre ogni albero produce da 20 fino ad 80 baccelli.

Distribuzione [modifica]

Moringa oleifera è originaria dell'India orientale, si ritiene delle regioni pedemontane della catena himalayana del Uttar Pradesh. La specie è variamente diffusa e coltivata in tutta la fascia tropicale del pianeta.
Un'altra specie, la Moringa stenopetala, è originaria dell'Etiopia (fascia sud) e Kenya (fascia nord), ha avuto un notevole sviluppo in coltivazione, soprattutto nei suoi paesi di origine. Produce meno frutti di Moringa oleifera, e quindi meno semi.

Ambiente [modifica]

La pianta di Moringa è resistente alla siccità e può svilupparsi in un'ampia varietà di terreni anche poveri e su suolo sterile; in terreni di buona fertilità e mediamente irrigati può avere una crescita notevole. Non ha preferenze di suolo per quanto concerne il pH (suoli acidi o alcalini) andando da pH 4,5 a 9,0; si sviluppa e può fruttificare già al primo anno di impianto con abbondante crescita di foglie.
La pianta necessita assolutamente di terreno ben drenato, non sopporta terreni alluvionati od asfittici.
L'albero non resiste assolutamente al fuoco, e questo è uno grave svantaggio, dato che nei paesi di origine l'uso del fuoco in maniera più o meno controllata è un mezzo sbrigativo e frequente per il diserbo e la “fertilizzazione” del suolo. L'incendio boschivo produce gravissimi danni, spesso fatali, a questa specie. Infatti le altre specie vegetali dopo l'incendio possono rivegetare mentre le piante di Moringa se sono raggiunte dal fuoco sono irrimediabilmente distrutte.

Clima [modifica]

Le varietà comuni sopportano brevi gelate, (soprattutto le piante adulte), ma se il freddo ha una durata consistente, anche se non uccide la pianta, interferisce gravemente con la crescita e la fruttificazione.
La pianta rimane in vegetazione anche con clima molto secco, nel suo ambiente in caso di siccità è spesso l'unica che si conserva verdeggiante. Si ha la caduta delle foglie solo come difesa ad un clima estremamente arido, con il ritorno dell'umidità la pianta riforma le foglie.
La Moringa si ritiene coltivabile nella fascia climatica dell'arancio, preferendo certamente, in caso di coltivazioni significative, le zone più calde e riparate di tale fascia. Anche nelle zone europee con geli molto moderati è comunque possibile coltivare la Moringa all'esterno durante tutto l'anno. Importante è però la protezione delle radici con paglia o simile per evitare il gelo delle radici. Tutta la parte esterna muore se esposta per tempi consistenti a temperature pari o inferiori allo zero centigrado, ma se la parte sotterranea riesce a sopravvivere rivegeta con vigore a primavera.

Usi [modifica]

Usi alimentari [modifica]

La Moringa oleifera, come anche la Moringa stenopetala, è senz'altro una pianta notevole, è considerata di enorme potenziale per combattere fame e povertà.
Praticamente tutta la pianta è commestibile.
Le foglie sono usate come cibo umano e sono molto ricche in proteinevitamine e sali minerali, hanno un sapore leggermente piccante e grato anche allo stato crudo. Spesso sono preparate in insalata, ma possono essere cotte come gli spinaci. Contengono il 25 per cento in peso di proteine (più che le uova ed il doppio del latte di mucca), il quadruplo di vitamina A delle carote, quasi otto volte la vitamina C delle arance, il triplo del potassio delle banane. (Fonte: C. Gopalan et al. (1994), Nutritive Value of Indian Foods, Istituto Nazionale di Nutrizione, India). In condizioni di difficoltà sono ovvie le potenzialità di supporto per le gestanti e per l'allattamento umano. E' pur vero che le foglie pesano poco (e quindi l'apporto in massa è limitato) ma tali valori sono comunque elevati. Le foglie oltre che direttamente per l'alimentazione umana, possono essere utilizzate come foraggio per gli animali. Se le foglie sono usate come foraggio assieme alla pasta residua alla estrazione dell'olio costituiscono un buon ricostituente alimentare per gli animali erbivori, che sembra migliorarne le condizioni vitali; sono un eccellente supporto post-parto per le vacche che reggono egregiamente elevate produzioni di latte, e per la crescita dei vitelli. La definizione di “animali erbivori” si deve intendere in senso lato dato che le foglie sono fortemente appetite da tutti gli erbivori, anche da pesci erbivori come le carpe che ne sono molto ghiotte.
L'uso più popolare e frequente dei frutti è la preparazione mediante bollitura dei baccelli immaturi (detti 'mazze da tamburo'), hanno il sapore degli asparagi. Nella medicina Siddha sono considerati dei potenti afrodisiaci per ambedue i sessi.
I semi sono bolliti o tostati, hanno il sapore dei ceci. L'estrazione di olio dai semi è una importantissima risorsa; i semi contengono dal 30 al 50% di olio (olive: dal 8 al 20%), l'olio estratto contiene dal 65 al 76% di acido oleico che è lo stesso olio insaturo delle olive; è dolce e saporito e non irrancidisce, diversamente dall'olio di Jatropha; è perfettamente adatto alla alimentazione umana. Estratti gli oli dai semi, la pasta residua contiene il 60% di proteine pregiate; questa è una quantità enorme se si considera che il residuo dell'analogo trattamento della soia (prodotto di discreta qualità proteica vegetale) produce dal 30 al 35% di proteine, in gamma di aminoacidi, come per tutti gli altri vegetali noti, incompleta.
Le proteine della pasta residua sono adatte per l'alimentazione umana.
Anche le radici sono commestibili e, come accennato, hanno sapore piccante come di ravanello, l'aroma piccante delle radici è più pronunciato di quello delle foglie: L'uso delle radici è come aromatizzante, (analogo al rafano), ma, per la presenza di un alcaloide (la spirochina) che interferirebbe con la trasmissione nervosa, ne è sconsigliato l'uso in quantità eccessiva.
Anche i fiori sono commestibili, di norma sono preparati in insalata.
E' pianta mellifera, ed il miele dei suoi fiori è eccellente.
È di grande rilievo il fatto che il contenuto proteico delle parti della pianta è completo, (cioè contiene tutta la gamma degli aminoacidi, anche quelli pregiati). Questo fatto è pressoché unico tra i vegetali e considerando anche per le quantità in gioco, si può definire la Moringa oleifera come l'unica pianta esistente (ad oggi nota) con tali caratteristiche.

Altri usi

L'olio estratto dai semi può comunque essere usato per produrre saponilubrificanti e cosmetici dal valore equivalente a quelli prodotti con l'olio di oliva, e quindi piuttosto elevato. Gli oli estratti sono di grande pregio e sarebbero anche adatti alla preparazione di carburante biodiesel, anche se a dire il vero sarebbe un uso non appropriato.
Dalla corteccia è estratta una gomma dai molti usi, e sostanze tanniche usate per la concia delle pelli. Il legno può essere utilizzato per l'industria della carta, fornisce inoltre unatintura di colore azzurrato.
Dalle foglie di Moringa oleifera si può preparare, mediante la infusione delle foglie in acqua per diversi giorni, un concime liquido di eccellenti qualità. L'aumento di crescita delle piante concimate mediante la nebulizzazione del liquido ottenuto sulle superfici assorbenti è notevole (fino al 25%).[senza fonte]
L'uso più famoso della pianta è però quello di depurazione dell'acqua tramite i semi. La farina di semi di Moringa è un ottimo depuratore dell'acqua o di altri liquidi alimentari, avendo un eccellente potere flocculante: fissa ed adsorbe (cattura, fissandoli) i corpi batterici e le altre impurità in sospensione nel liquidi inglobandoli in fiocchi che poi precipitano al fondo, lasciando il liquido limpido e depurato. Il potere flocculante è dovuto ad un polielettrolita particolarmente efficace. Tale proprietà di purificazione è ben nota dei luoghi dove spesso l'acqua non è pura. In tali luoghi la Moringa oleifera è definito come “l'albero dell'acqua pulita”. Nella valle del Nilo la Moringa oleifera è conosciuta come "Shagara al Rauwaq” che significa testualmente "albero che purifica", (Von Maydell, 1986).

Bibliografia [modifica]

Altri progetti [modifica]

Collegamenti esterni [modifica]

MORINGA: UNA PIANTA ALIMENTARE CON MOLTEPLICI USI MEDICINALI

 2007 Jan;21(1):17-25.

Moringa oleifera: a food plant with multiple medicinal uses.

Source

Department of Chemistry, University of Agriculture, Faisalabad-38040, Pakistan. anwar.gilani@aku.edu

Abstract

Moringa oleifera Lam (Moringaceae) is a highly valued plant, distributed in many countries of the tropics and subtropics. It has an impressive range of medicinal uses with high nutritional value. Different parts of this plant contain a profile of important minerals, and are a good source of protein, vitamins, beta-carotene, amino acids and various phenolics. The Moringa plant provides a rich and rare combination of zeatin, quercetin, beta-sitosterol, caffeoylquinic acid and kaempferol. In addition to its compelling water purifying powers and high nutritional value, M. oleifera is very important for its medicinal value. Various parts of this plant such as the leaves, roots, seed, bark, fruit, flowers and immature pods act as cardiac and circulatory stimulants, possess antitumor, antipyretic, antiepileptic, antiinflammatory, antiulcer, antispasmodic, diuretic, antihypertensive, cholesterol lowering, antioxidant, antidiabetic, hepatoprotective, antibacterial and antifungal activities, and are being employed for the treatment of different ailments in the indigenous system of medicine, particularly in South Asia. This review focuses on the detailed phytochemical composition, medicinal uses, along with pharmacological properties of different parts of this multipurpose tree.

LE PIANTE DI SERGIO: MORINGA OLEIFERA

LE PIANTE DI SERGIO: MORINGA OLEIFERA

La Moringa  (Moringa oleifera Lam.)

moringa oleifera 2
Come è ben noto esiste una piccola controversia tra coloro che dicono che è necessario alimentarsi  anche di cibi ad origine animale, pesce, carne, uova, formaggi, e chi invece sostiene che è possibile sopravvivere alimentandosi solo con cibi vegetali.
Nonostante quello che sostengono i vegani (vegetariani oltranzisti) più convinti la sopravvivenza senza le proteine pregiate è pressoché impossibile, (quelle che contengono anche solo in piccola quantità degli aminoacidi ..... detti “pregiati”, che nei vegetali non ci sono); a meno naturalmente che non si bari, cioè si assumano in qualche modo quegli aminoacidi da strane fermentazioni, (dato che i corpi batterici di fatto sono corpi animali, e quindi quegli aminoacidi li possono avere).
Ma qui si parla di piante, e si afferma che tutte le piante sono prive di aminoacidi “pregiati”, ma quando si dice tutte le piante si commette però una imprecisione, si deve intendere “pressoché tutte” dato che in realtà una sola singola specie di pianta che li ha, i famosi aminoacidi, c'è, solo una, o quasi.
E' l'”albero del rapanello”, la Moringa.
La Moringa però non ha nulla a che fare con i rapanelli, ed il nome inglese “horseradish tree” (appunto: albero del rapanello), deriva dal forte odore di rapanello o di rafano che hanno le sue radici, appartiene invece alla famiglia delle Moringacee, sconosciuta in Europa.
Moringa deriva dal Tamil Murungai, questo ad indicare che la pianta è originaria delle zone calde ed aride dell'India.
La famiglia della Moringacee è molto piccola, ha un solo Genere, Moringa appunto, all'interno del quali ci sono solo 13 Specie; sono tutti arbusti o piccoli alberi di zone calde umide ed anche aride, in questo ultimo caso (ma non è il caso della nostra Moringa), sono caudiciformi, hanno cioè fusto ingrossato dedicato all'accumulo di acqua.
Di norma sono alberi molto modesti, con legno scadente, spugnoso e poco resistente, che non è neppure un buon combustibile.
Delle tredici specie solo due hanno un valore, la Moringa stenopetala (africana) e la Moringa oleifera, (originaria dell'India) che è la più importante e nota, è la Moringa di cui si parla, e che ha dato il nome al Genere.

Al di fuori della modestia di quanto prima citato, tutto il resto è eccellente, e c'è anche qualcosa di assolutamente eccezionale, vediamo perché.
-         La pianta non ha una particolare esigenza di suolo, ha una ottima resistenza al caldo ed anche all'arido.
-         Le foglie contengono una  elevatissima percentuale (25%) di proteine, più che le uova ed il doppio che il latte di mucca, le proteine sono sempre equilibrate, cioè hanno tutti gli aminoacidi essenziali, anche quelli rari ed assenti negli altri vegetali; è pur vero che si parla di rapporti in peso (è difficile mangiare mezzo chilo di foglie), ma sono comunque valori strabilianti.
-         Le foglie contengono il quadruplo di vitamina A che le carote, 8 volte la vitamina C delle arance, il triplo di potassio delle banane, hanno sapore leggermente piccante ma grato, possono essere consumate crude in insalata ma possono anche essere consumate cotte come gli spinaci o in torte salate.
-         La pianta produce fino ad 60 - 80 lunghi baccelli lunghi anche 30- 45 cm che contengono circa venti semi tondi che sembrano fagioli, recanti una membrana cartacea traslucida. I semi possono essere cotti ed hanno il sapore dei ceci, ma soprattutto sono macinati a produrre un olio eccellente: l'olio di Moringa, con rese notevoli (fino al 55% in olio, si noti che le olive rendono al massimo il 20-22% circa in olio), l'olio per la maggior parte è purissimo ed eccellente acido oleico, cioè lo stesso saporito olio insaturo delle olive, il resto sono oli di ottima qualità di valore alimentare; la pasta (panello) residua alla macinazione è al 60% costituita da eccellenti proteine, il resto sono carboidrati o fibre; come per le foglie ha  un assortimento equilibrato e completo di aminoacidi, ottimo per l'alimentazione umana; la soia una eccellente sorgente di oli alimentari non produce più del 30% di residuo proteico alla frangitura, ed ovviamente non ha corredo equilibrato e completo, ed è utilizzato per produrre mangimi di alta qualità. Anche il panello di Moringa può essere usato come mangime di altissimo valore.
-         I fiori possono essere mangiati in insalata.
-         Le radici (in piccola quantità) possono essere usate come aromatizzante (come si usa il rafano o “cren”), infatti sono molto piccanti.
-         Il miele prodotto dai fiori è eccellente.
-         Il legno dà una tintura azzurrina alle stoffe, (la pianta è stata nominata in italiano “sàndalo azzurro”), e può essere usato come origine di tannini per la concia delle pelli.
-         I baccelli immaturi bolliti interi sono considerati un ottimo ricostituente ed afrodisiaco per ambo i sessi (semplicemente: sono molto nutrienti) e per il secondo uso sono detti in India “mazza di tamburo” (se volete fare maliziosa ironia sul termine avete indovinato).
-         La farina di semi è un elettrolita adsorbente (catturante ed agglutinante) incredibilmente efficace, mescolata con acqua è un purificante molto efficiente, fa precipitare al fondo dei recipienti tutte le sostanze tossiche ed i corpi batterici, restituendo acqua limpida e pura anche quando è introdotta sporca ed inquinata. In larga parte del mondo tropicale è detto l'”albero dell'acqua pulita”.
-         C'è ancora un uso che però esito a citare, lo faccio per dovere di cronaca, (ad ognuno la propria responsabilità), l'olio di Moringa è potenzialmente una ottima sorgente di carburante biodiesel, e speriamo che non incuriosisca qualcuno, gli usi di prima bastano ed avanzano, prima di bruciare stupidamente una così preziosa sorgente vitale in un motore.

Ha molti luoghi dove vivere e piano piano i paesi tropicali di clima caldo, spesso poveri (Africa, America, Asia, Australia) hanno adottato l'albero di Moringa.
Difetti dell'albero? Nessuno salvo il fatto di non resistere al fuoco degli incendi boschivi (il legno ha consistenza debole e spugnosa).
E' una eccellente pianta pioniera, ma anche qui ha un punto vulnerabile, le capre e le pecore nei paesi del sud (che allevano allo stato brado capre o pecore), che non la conoscevano, dopo che l'hanno assaggiata la cercano per chilometri e letteralmente la divorano fino alle radici, capre e Moringa sono semplicemente ....incompatibili tra loro. La Moringa vive solo se è tenuta separata da capre e pecore, (come del resto succede anche tra capre e viti da uva, o col granturco).
Ancora una cosa, tutti gli erbivori la amano, (per mangiarla) erbivori in senso esteso, anche le carpe sono erbivore, e quindi ne vanno pazze.
Come direbbe Totti: troooppo buona...
Per chi la volesse coltivare: non resiste all'aperto a temperature sotto lo zero, salvo per brevissimi periodi di tempo (qualche debole brinata) e solo con piante adulte e ben disidratate in posizione protetta. E' alta fino a otto – dieci metri, (ma di norma è potata bassa). La pianta fa bei fiori ma non ha un portamento elegante (ha un portamento un po' ...“disordinato”). Accetta qualsiasi terreno purché ben drenato e moderatamente concimato, non eccedere con le concimazioni, non è abituata. Si riproduce eccellentemente per seme